Unendo le forze si può arrivare lontano

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A tu per tu con Lisa, Fundraiser in prima linea e referente di ASSIF Triveneto

Sono passati più di due mesi dal lancio dell’iniziativa “Fundraiser per gli Ospedali in Emergenza COVID-19”, la prima task force italiana che ha visto 30 fundraiser mettere le loro competenze a disposizione degli ospedali pubblici, per garantire la corretta gestione delle campagne di raccolta fondi avviate online in questo periodo di emergenza sanitaria. 

Il progetto pro bono promosso da Job4Good nasce con il patrocinio di ASSIF – Associazione Italiana Fundraiser “con l’augurio – afferma Nicola Bedogni, Presidente dell’ente – che le strutture sanitarie possano trovare in questo team dei validi alleati nell’affrontare l’emergenza odierna e recepire al meglio i valori del fundraising e la cultura del dono”.

Tra i 30 professionisti della raccolta fondi che per primi hanno scelto di scendere in campo per questa iniziativa, troviamo Lisa Vacca, fundraiser con esperienza pluriennale nel campo della cultura e nel settore sanitario e referente del Gruppo Territoriale Veneto di ASSIF, a cui abbiamo fatto qualche domanda per conoscere l’associazione più da vicino.

“ASSIF è l’associazione dei fundraiser italiani ed è costituita da persone che amano questo lavoro e desiderano diffondere la cultura del fundraising, promuovendo la figura professionale del fundraiser in tutti i settori della nostra società.”

ASSIF nasce in Italia 20 anni fa, il 28 ottobre 2000, e rappresenta proprio quanti mettono la loro professionalità e conoscenza a servizio delle cause sociali, per farle crescere quotidianamente attraverso attività e progetti di raccolta fondi, nel rispetto di elevati standard etici. La sua mission risiede nella diffusione della cultura e della conoscenza del fundraising in Italia e si prefigge di rappresentare e favorire la crescita dei professionisti del settore, alimentando al tempo stesso i rapporti con gli enti esteri impegnati sullo stesso fronte.

Lisa, cosa significa per te essere un fundraiser? Come hai scelto di intraprendere questa professione?

“Ho un percorso abbastanza articolato. Sono partita studiando psicologia, ma, durante il tirocinio, ho capito che volevo lavorare nel Terzo Settore e ho avuto la fortuna di poter fare un Master in questo campo. Da lì è partita la mia esperienza prima come progettista e poi come aspirante fundraiser. Mi sono sentita un vero fundraiser quando ho iniziato a lavorare al fianco di Marianna Martinoni che già da diversi anni faceva la consulente.”

Quando sei entrata in contatto con ASSIF per la prima volta? Cosa vuol dire per te farne parte?

“Ho incontrato ASSIF per la prima volta in occasione di un Festival del Fundraising e sono socia dal 2011. Ho sempre creduto nelle forme associative, penso che da soli si faccia poca strada, ma unendo le forze si può arrivare lontani e penso che questo succeda anche con ASSIF. Grazie alla partecipazione in associazione ho conosciuto molti colleghi e imparato molto sul lavoro del fundraiser e su quello che ci ruota attorno. ASSIF è un luogo dove possiamo confrontarci, scambiare buone pratiche e crescere nella professione. In questo momento sono referente di ASSIF Triveneto e collaboro nel gruppo comunicazione di ASSIF nazionale alla redazione delle comunicazioni online, newsletter e DEM.”

Unendo le forze si può andare lontano…così nasce il progetto “Fundraiser per gli Ospedali”, nel quale ASSIF e Job4Good hanno trovato una comunione di intenti e di vedute.

“ASSIF ha fra i suoi obiettivi quello di diffondere la cultura e la conoscenza del fundraising in Italia e questa proposta di Job4Good andava proprio in questo senso. Con il rapido sorgere di così tante campagne di raccolta fondi in favore di ospedali, sapevamo che molti si sarebbero trovati in difficoltà. Il 99% degli enti pubblici, infatti, non ha un ufficio fundraising. Fare raccolta fondi nella pubblica amministrazione non è semplice, ci sono regole più stringenti rispetto alle organizzazioni non profit. Fundraising non è solo raccogliere donazioni, è un concetto più ampio di crescita dall’organizzazione, è un’attività che ne coinvolge tutta la struttura e spesso, nella rigidità della pubblica amministrazione, è difficile inserire questa funzione.”

Cosa ti ha spinto ad entrare a far parte della task force “Fundraiser per gli ospedali”?

“Stavo già monitorando le raccolte fondi per l’emergenza per un altro progetto, ma sapevo che mancava qualcosa… Serviva un passo in più e questo gruppo di persone fantastiche ci ha permesso di farlo! Sapevo che, come me, molti erano chiusi in casa bramando di fare qualcosa per aiutare e la straordinaria risposta dei fundraiser me lo ha confermato. Tra loro ci sono anche diversi soci ASSIF e di questo sono molto orgogliosa!

Stiamo vivendo un periodo di grande cambiamento e di forte riorganizzazione, anche per il lavoro del fundraiser. Tu come la stai vivendo?

“Ho lavorato fino a metà maggio come consulente, quindi sono abituata al cambiamento e ad adattarmi alle situazioni. Adesso sono entrata nella dimensione della pubblica amministrazione e devo dire che è veramente un altro mondo, molto stimolante, ma anche molto complesso.  Anche qui il post emergenza si farà sentire e dovremo essere pronti a gestirlo partendo dalla mission dell’organizzazione, valorizzandone sempre di più l’impatto sul territorio e i benefici che può portare alla comunità.”

Sicuramente questo post-emergenza metterà tutti noi di fronte a nuove sfide, in primis il Terzo Settore. 

“Penso che il Terzo Settore sia sempre messo al margine ed è un grande peccato perché è essenziale in molti ambiti della nostra vista sociale soprattutto nel welfare. Purtroppo c’è una mancanza di rappresentanza unitaria che fa perdere forza alle istanze che vengono presentate.

Il fundraiser all’interno delle organizzazioni non profit dovrà adattarsi alla situazione di crisi, cambiando strategia a breve e lungo termine e strumenti per attuarla. Il fundraiser che viene chiamato per “risolvere la crisi” dovrà valutare bene se ci sono le premesse per lavorare, non tutte le ONP sono pronte a fare fundraising. Molti non sono consapevoli che è un investimento a medio-lungo termine, ma pensano sia una soluzione immediata.

Penso che i momenti di emergenza siano un buon banco di prova, aiutano a crescere come persone e come professionisti. La differenza la fa molto il modo in cui si affrontano: se è la paura a prevalere si tende a stare fermi e a chiudersi, se è l’ottimismo si continua a muoversi e ad aprirsi. Penso che con questa esperienza abbiamo fatto la seconda cosa, ci siamo aperti e abbiamo creato un fantastico gruppo e un’esperienza unica!

Dietro ad ogni socio ASSIF, c’è un fundraiser con tante storie da raccontare. 

Così come dietro ognuno dei professionisti che ha preso parte a questo progetto. Tante storie da raccontare, tanti volti con esperienze differenti, uniti dall’energia positiva e dalla voglia di mettersi in gioco, condividendo intenti e obiettivi per il bene comune.

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