Crowdfunding per l’emergenza: il fenomeno GoFundMe

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“Siamo diventati il lato solidale della rete”. Con queste parole il communication manager Luca Salici descrive GoFundMe, la piattaforma mondiale di crowdfunding più cliccata del momento: “Solo in Italia sono state attivate oltre 1500 campagne in risposta all’emergenza COVID-19. Insieme, possiamo fare la differenza”.


In questi mesi, mentre la pandemia ci imponeva il distanziamento sociale, abbiamo riscoperto il valore delle relazioni, ma anche il
valore del bene comune e la necessità di proteggerlo. Migliaia di persone, aziende ed enti si sono mobilitati, istituendo raccolte fondi o diventando ambasciatori di iniziative nate per sostenere il sistema sanitario, messo duramente alla prova dall’emergenza coronavirus. La maggior parte delle iniziative è passata dal web e le piattaforme di crowdfunding sono diventate protagoniste di questa maratona di solidarietà. 

“In questa fase davvero delicata, dal punto di vista sociale e sanitario, possiamo anche noi fare qualcosa. Medici e scienziati stanno facendo un lavoro importantissimo e vorremmo supportarli concretamente”. Con queste parole i Ferragnez, Fedez e Chiara Ferragni, lanciano a inizio marzo una raccolta fondi a sostegno dell’attivazione di una nuova terapia intensiva presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. Una raccolta fondi lanciata su gofundme.com che da sola sfiora il record di quattro milioni e mezzo di euro raccolti. 

Da marzo ad oggi le iniziative di solidarietà su GoFundMe si sono moltiplicate, rendendola, di fatto, il canale di raccolta fondi più coinvolto in questa ondata di solidarietà, grazie anche alla facilità di utilizzo del mezzo e di apertura di una nuova iniziativa. 

Per conoscere più da vicino la portata del fenomeno e le funzionalità della piattaforma, abbiamo incontrato Luca Salici, Communication Manager Southern Europe di GoFundMe.

Gofundme è una delle piattaforme di crowdfunding maggiormente utilizzate in questa emergenza. Per chi non la conoscesse, ci descriveresti perché nasce e quando arriva in Italia?

“GoFundMe è stata fondata dieci anni fa da due ragazzi nel Sud della California ed è nata con l’intenzione di diventare un modo semplice e veloce per donare denaro alla propria comunità. Oggi è la piattaforma di personal fundraising più grande del mondo, con più di 120 milioni di donazioni registrate e oltre 8 miliardi di euro raccolti per persone, cause e organizzazioni. La sezione italiana di GoFundMe, diretta da Elisa Liberatori Finocchiaro – responsabile del Sud Europa, è nata nel 2018 e ha registrato fin da subito risultati importanti che hanno cambiato il panorama del digital fundraising e delle raccolte fondi sociali. Siamo diventati il “lato solidale della rete” anche in Italia.”

Quali sono i tipi di crowdfunding che maggiormente accoglie la piattaforma?

“La piattaforma accoglie tutti i tipi di crowdfunding donation based. Chiunque può, davanti ad una necessità, un’emergenza o un progetto sociale e culturale da realizzare, lanciare una campagna di raccolta fondi per cambiare la vita di una persona o di una comunità. Tra i settori di raccolta fondi più sostenuti spiccano quello medico, il volontariato, il non profit, l’istruzione e le commemorazioni.”

Chi può avviare una campagna su GoFundMe?

“Essere il take action button di internet vuol dire che tutti possono lanciare una campagna di raccolta fondi. In pochi minuti si può avviare una pagina dedicata ad un progetto sociale, condividerlo sui social e cominciare a ricevere donazioni. È un cambiamento culturale importante perché ognuno di noi può fare qualcosa per gli altri. GoFundMe permettere di raccogliere fondi per un progetto personale, una persona in difficoltà, un’associazione, un’organizzazione o un ente.”

Le campagne di raccolta fondi risultano valide quando associate ad un “beneficiario”. Cosa deve fare un utente (persona, associazione o ente) quando viene nominato “beneficiario” di una campagna?

“A quel punto tutti i fondi saranno gestiti dal beneficiario che, per prelevare la somma raccolta, dovrà presentare una serie di documenti atti a qualificarlo come tale, come documento di identità, struttura organizzativa dell’ente e documenti bancari.”

Chi verifica la corretta identità del “beneficiario” per la riscossione delle donazioni?

“La sicurezza del donatore per noi è fondamentale. Una gran parte degli impiegati di GoFundMe si dedica quotidianamente a questa parte del processo di donazione. Abbiamo un team di Trust&Safety attivo 24/7. Ciò significa che ogni singola campagna di raccolta fondi è stata o verrà verificata e validata. Attraverso l’uso di strumenti e tecnologie specializzate nel rilevamento delle frodi (o riciclaggio di denaro, phishing, cardtesting, plagi) il nostro team è in grado di individuare la maggior parte delle campagne potenzialmente sospette. Manteniamo il pieno controllo dei fondi finché non viene stabilita una chiara connessione con il beneficiario. Se questo non dovesse bastare – e statisticamente funziona nel 99,9% dei casi – offriamo l’unica garanzia di crowdfunding al mondo: se i fondi non vanno a finire nel posto giusto e per il beneficiario nominato, ci impegniamo a rimborsare personalmente i donatori.”

Quali sono i costi di transazione sulle donazioni?

“Il processore di pagamento per le spese tecniche prevede una tariffa pari al 2,9% (+ 0,25 cent a donazione) del totale raccolto. GoFundMe, invece, non ha commissioni, ma si sostiene attraverso una “mancia” che il donatore può lasciare facoltativamente in fase di donazione, scegliendo una percentuale. Sta proprio ai donatori decidere quanto vale il nostro lavoro quotidiano e i servizi di assistenza, garanzia e sicurezza che offriamo. Grazie alle mance riusciamo ad assicurare un sistema di donazioni online sicuro ed efficace; miglioriamo costantemente la piattaforma; forniamo assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7; garantiamo elevati standard di sicurezza e offriamo una completa garanzia ai donatori.”

Quante campagne sono nate per aiutare gli ospedali nell’emergenza COVID-19? Che tipo di iniziative sono?

“Sono oltre 1.500 le campagne nate per gli ospedali durante l’emergenza Covid19. Un’emergenza sanitaria che adesso è diventata anche una crisi sociale ed economica. Per questo motivo sono sorte sulla piattaforma anche tante iniziative di altro tipo: banchi alimentari, aiuti per negozi o locali, associazioni in difficoltà. Rispetto agli ospedali, ovviamente la campagna più importante è stata quella lanciata da Chiara Ferragni e Fedez per rafforzare la terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Da quella è nata una sana emulazione: tante persone hanno deciso contestualmente di lanciare delle raccolte per le proprie comunità e per aiutare gli ospedali vicini. Si sono trasformati in fundraiser per una ottima causa e hanno goduto della fiducia di migliaia di donatori italiani. Mi piace ricordare la storia di Federica De Masi di Napoli: per il suo 24° compleanno voleva realizzare una piccola campagna di raccolta fondi per il vicino Ospedale Cotugno. L’obiettivo iniziale, cinquecento euro, è stato raggiunto in pochi secondi: la sua campagna ha raccolto oltre 930mila euro e ha permesso l’apertura di un reparto presso l’ospedale.”

Ci daresti un consiglio per chi volesse aprire una raccolta fondi per un ospedale su GoFundMe?

“È sicuramente importante essere in contatto con un dirigente o con l’amministrazione dell’ospedale per cui si raccolgono fondi. GoFundMe offre tutti gli strumenti di garanzia, comunicazione e trasparenza per condurre un’iniziativa di raccolta fondi di successo.”

Finora su GoFundMe sono stati raccolti oltre 15 milioni di euro grazie a più di 600.000 donazioni. Una solidarietà contagiosa che ha smosso GoFundMe stesso.

“Anche noi abbiamo previsto numerose iniziative per aiutare le popolazioni colpite dal coronavirus: tra queste, GoFundMe, secondo la filosofia del GivesBack, ha donato 265mila euro a 9 ospedali italiani in prima linea. “

Potresti spiegarci meglio la filosofia del GivesBack?

“Il GivesBack è un programma di donazioni da parte dei dipendenti di GoFundMe per le cause che ci ispirano, ci trascinano, ci commuovono maggiormente. Ma non è solo questo…è lo spirito del nostro lavoro perché realizza i nostri valori fondamentali: diffondere empatia, restituire, fare la cosa giusta.”

Una grande opportunità per gli stessi dipendenti di vivere in prima persona l’impatto del loro lavoro quotidiano. Perché possiamo tutti fare qualcosa e insieme possiamo davvero fare la differenza.

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